L’area archeologica del Teatro di Pompeo in Campo Marzio (AR, 60)
a cura di Maria Elisa Garcia Barraco
- Anno Edizione:
- 2024
- Collana/Rivista:
- Antichita’ Romane - AR
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Archeologia e tutela del patrimonio archeologico - Saggi e Ricerche
- ISBN:
- 979-12-81427-20-4
Descrizione:
In 8°, 140 pp. ill.ni a colori
Durante il suo secondo consolato, nel 55 a.C., Gnaeus Pompeius Magnus, con i proventi del bottino riportato dopo la vittoriosa campagna contro i Parti realizza il più grande teatro di Roma: 17.500 posti a sedere, nei quali gli spettatori si distribuiscono entrando dalle numerose arcate; il diametro della cavea è di 150 metri. Neanche i teatri costruiti dopo, quello di Balbo e quello di Marcello, saranno così grandi. L’area dove viene realizzato è una parte dei suoi horti in Campus Martii, quella posta nei pressi dei Navalia. In realtà si tratta di un tempio-teatro perché la cavea si sviluppa come gradinata ai lati del podio dell’altissimo tempio dedicato a Venere Vincitrice; in questo modo Pompeo aggira il divieto del Senato di costruire edifici per spettacoli in pietra e riesce ad erigere il primo teatro in muratura della città. Un’opera imponente alta 45 m, anche se la scaena inizialmente sarà in legno e solo Augusto lo trasformerà in pietra. L’ingresso al complesso del teatro avviene dagli accessi posti ai lati della Curia di Pompeo, passando quindi dall’area sacra dei templi repubblicani di Largo Argentina. Chi entra può ammirare il grande e monumentale quadriportico con colonne di granito (Hecatostylum) e gli splendidi giardini boschivi che proiettano il pubblico verso la scena del teatro, su fino al tempio di Venere Vincitrice. Benché Augusto farà murare la Curia come locus sceleratus per l’assassinio di Giulio Cesare, il teatro rimarrà in uso e sarà restaurato dagli imperatori fino al V secolo. Oggi, del Theatrum Magnum, rimangono molte attestazioni nelle fonti classiche e poche, ma evidenti, tracce archeologiche nell’area tra Largo di Torre Argentina e Piazza Campo de’ Fiori. Da alcuni frammenti della Forma Urbis severiana, possiamo ricostruire, con un buon margine di attendibilità, la pianta del teatro e dei portici di Pompeo nella loro relazione con l’area sacra di Largo Argentina da un lato e del Campo Marzio settentrionale dall’altro.
INDICE
Parte I -M. Elisa Garcia Barraco
Premessa
Progetto
Fonti letterarie
Frammenti della Forma Urbis
Resti archeologici
Statuaria
Parte II - Giuseppe Lugli
Il teatro
Restauri
I portici e l’Hecatostylum
La curia
Porticus ad Nationes (statua gigante di Ercole)
Porticus corintia di Cn Octavi
Restauri
Parte III - English edition
Un’archeo-guida per orientarsi nel riconoscimento
del complesso monumentale
di Pompeo Magno in Campo Marzio
- costituito dal portico, dalla curia, dal
teatro e del tempio di Venere Vincitrice
- all’interno del tessuto urbanistico della città odierna.
An archaeo-guide concerning the recostruction
of historical and topographical
context where was built the Opera
Pompei at the half of the 1st century
B.C. Through the focus on the material
remains and literary sources the analysis try to
explain the area of the Theatrum and Porticus Pompei
in Campus Martius, into the heart of ancient Rome.