Tre Atine, tre misteri - Francesco Sabatini (QME, 21)
di
- Anno Edizione:
- 2024
- Collana/Rivista:
- Quaderni del centro Studi Mario Equicola - Alvito
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Storia locale
- ISBN:
- 979-12-81427-39-6
Descrizione:
Quaderni del Centro Studi Mario Equicola, 21
In 8°, 180 pp, con ill.ni
Un exursus temporale e geografico attraverso l’ager atinate in dialogo
ideale con il paesaggio umano della virgiliana Atina potens,
antico teatro di cultura volsca, sannita, romana, centro strategico
tra Lazio, Abruzzo e Molise, dove i monti della Meta e delle Mainarde
continuano verso sud-est la geologica spina dorsale della
penisola italica. L’autore offre itinerari di analisi storica, miranti a
porre in rilievo la posizione centrale di Atina nelle vie di comunicazione
tra Latium e Samnium, nobilitata da antiche, illustri ascendenze
o contiguità e da più recenti intrecci di varia umanità. Nel
susseguirsi di immagini legate alla fisicità del paesaggio di Atina,
così indissolubilmente segnato dalla generosità della natura e
dalla laboriosità umana, soprattutto delle antiche transumanze, la
questione centrale affrontata dall’autore è quella sul mistero delle
“tre Atine” al tempo di Cicerone: l’Atina “nostra” della Valle di
Comino; l’“Atena Lucana” nel salernitano Vallo di Diano; l’Atina
collocata da Plinio nella Naturalis Historia in quella che allora fu la
Gallia Cisalpina, di cui non abbiamo più tracce. A quale Atina si
riferiva Cicerone quando nel De divinatione la visione in sogno del
conterraneo Gaio Mario sarebbe avvenuta in villa quadam Campi
Atinatis? Confutate altre ipotesi, ecco quella proposta: l’oratore,
partito da Roma l’11 marzo (o qualche giorno dopo) dell’anno 58
sulla via dell’esilio, avrebbe raggiunto Arpino, proseguendo poi
per Atina, il mattino successivo al sogno avrebbe ripreso il viaggio
lungo la via della Vandra e la valle del Volturno (per la via Latina,
ad ovest di Arpino l’ostile Clodio avrebbe potuto bloccarlo); per
pavidità, non seguì il più rapido tragitto dal Molise verso la Puglia
e Brindisi, ma si diresse a Capua dove imboccò la via Popilia.
Sembra così colmata la lacuna delle fonti antiche sul percorso seguito
da Cicerone nel basso Lazio prima di arrivare in Campania.
Autore: Francesco Sabatini, nato ad Atina nel
1937, ha frequentato il Ginnasio Liceo
“Tulliano” di Arpino fino alla licenza
liceale. Laureato in giurisprudenza nel 1960
nell’Univeristà degli studi di Perugia, per 48
anni è stato magistrato ordinario esercitando
le relative funzioni, successivamente, ad
Avezzano, Cassino, Frosinone e Roma.Di
particolare rilievo le sentenze in materia di
terrorismo, anche internazionale, compreso
l’attentato al Sommo Pontefice Giovanni
Paolo II, da lui estese quale componente
della I Corte di Assise di Appello di Roma,
nonché quelle redatte quale componente
delle Sezioni Unite Civili della Corte di
Cassazione.Molte sentenze sono pubblicate
nelle più prestigiose riviste giuridiche.È
stato relatore in convegni giuridici svoltisi
a Roma, Milano, Napoli, L’Aquila, Trento
e nella provincia di Frosinone. Dal 2003 al
2009 è stato docente di diritto civile nella
Scuola di specializzazione per le professioni
forensi dell’Università “La Sapienza” di
Roma.Nella sfera privata, oltre a numerosi
articoli su argomenti di storia locale, ha
curato la pubblicazione di due volumi:
“Diario a più voci” (1984) e “Monte Meta
e dintorni” (2003); ha collaborato inoltre
al volume “Il Ducato di Alvito nell’età dei
Gallio” (1997). È l’autore dei seguenti saggi:
“Il Giurista Biagio da Morcone, preposito
della Chiesa di Atina nella prima metà del
trecento, e le origini della stessa Chiesa
(2014)”, “Montecassino, Roma, Orvieto,
Sansepolcro: quel filo sottile che unisce…”
(2015) e “Brevi note sulla Cappella di San
Rocco in Atina” (2016).Premio alla carriera
Sebetia ter (Napoli 2007), premio alla
cultura don Giuseppe Morosini (Ferentino
2014), premio letterario Val di Comino per
la saggistica storica (Alvito 2022)