GREGORIO DI NAZIANZO. Orazione 44 Εἰς τὴν καινὴν Κυριακήν - Rossella Valastro (Ipazia, 18)
di Rossella Valastro
- Anno Edizione:
- 2018
- Collana/Rivista:
- IPAZIA. Collana di antichita’ classiche - ISSN 2611-495X
- Casa Editrice:
- Arbor Sapientiae Editore - Roma
- Argomento:
- Filologia e tradizione dei testi
- ISBN:
- 978-88-94820-59-1
Descrizione:
Il presente lavoro ha come oggetto la traduzione ed il commento dell’orazione 44 del corpus nazianzeno. Si tratta di un discorso che Gregorio di Nazianzo pronunciò nel giorno della nuova domenica dell’anno 383, in concomitanza con l’inaugurazione di una chiesa in onore del martire cappadoce Mamante nei pressi di Nazianzo. La lettura e l’analisi dell’orazione permettono di accertare l’intreccio di diverse tematiche che si congiungono, ma non si compenetrano reciprocamente. Conseguenza di ciò è una struttura testuale che appare priva di organicità e linearità. L’orazione non presenta proemio ed epilogo, e, inoltre, le notizie riguardanti Mamante, di cui in quel giorno avveniva la festa commemorativa, vengono posticipate all’ultimo capitolo del discorso. La celebrazione del martire ripropone l’elogio di virtù tradizionali quali la semplicità e la modestia, ma è in realtà assai scarno ciò che si dice sulla sua condizione di martire e pastore. Il ruolo di maggior rilievo nel discorso del Nazianzeno è, invece, rivestito dal tema del rinnovamento e dall’esortazione al cambiamento spirituale e comportamentale che Gregorio si impegna a rivolgere ai fedeli accorsi per l’inaugurazione della chiesa. Il messaggio di fondo è intessuto di numerose citazioni bibliche ed allusioni e si sostanzia di parenesi di significativa risonanza etica e sociale, nonché di una suggestiva ekphrasis che recupera tradizioni di raffinata eleganza di matrice retorica.
Rossella Valastro
Nata nell’aprile del 1991, sviluppa durante gli anni di studio presso il Liceo Classico di Acireale una forte passione per le lingue antiche e la cultura dell’antichità classica. Si laurea a pieni voti nel 2013 in Lettere Classiche presso l’Università di Catania e completa gli studi con lode nel 2016 con la laurea magistrale in Filologia Classica. Attualmente è docente di lettere nella scuola secondaria di secondo grado e collabora al progetto Alatin della Maieutical Labs come autrice di eserciziari di lingua latina.
INDICE
Premessa
I. L’orazione 44 Εἰς τὴν καινὴν Κυριακήν
Introduzione
I.1 L’autore
I.2 Occasione, argomento e struttura
I.3 La tematica del rinnovamento e la Pasqua
I.4 Mamante e la promozione del culto dei martiri
I.5 Il pubblico delle orazioni di Gregorio di Nazianzo
I.6 Osservazioni sulle scelte stilistiche e retoriche
II. Testo e traduzione dell’orazione
III. Commento
Conclusioni
Bibliografia
Recensione:
R. Valastro, Gregorio di Nazianzo. Orazione 44. Traduzione e commento, Arbor Sapientiae,
Roma 2018, pp. 200.
Il volume colma una lacuna negli studi sull’omiletica di Gregorio di Nazianzo, offrendo per
la prima volta una traduzione italiana moderna dell’Orazione 44 del Cappadoce. In sede introduttiva
l’A. traccia una concisa biografia del Nazianzeno, indi passa a trattare occasione, argomento
e struttura dell’Orazione 44. Pronunciata a Nazianzo nella chiesa di san Mamante in occasione
della sua consacrazione nella seconda domenica di Pasqua dell’anno 383, essa presenta una certa
disorganicità espositiva, forse dovuta alla mancanza di labor limae da parte dell’anziano autore,
se non addirittura alla conflatio in un’unica orazione di due discorsi distinti, tenuti in luoghi e
momenti diversi, effettuata da un anonimo compilatore. Pur rilevando la difficoltà di isolare
una ratio precisa nelle varie tematiche presenti all’interno dell’omelia, l’A. mostra come la loro
giustapposizione e il loro intreccio siano funzionali alle esigenze di un uditorio eterogeneo,
costituito sia da illetterati, sia da persone istruite e di elevata condizione sociale: le citazioni
scritturistiche, l’ekphrasis della primavera, il ricorso a metafore e a figure retorico-stilistiche
potevano essere apprezzate dai fedeli più istruiti, mentre le frasi brevi e asciutte, le esortazioni,
gli ammonimenti, le ripetizioni, le reiterazioni di temi già esposti andavano incontro a un pubblico
popolare, costituito perlopiù da pellegrini provenienti dalle regioni circostanti, ivi affluiti
per celebrare il santo. I nuclei portanti sono la discussione sulla festa della Dedicazione come
memoria dell’antica inaugurazione del tempio di Gerusalemme, la necessità del rinnovamento
interiore del cristiano, il peccato originale e la Resurrezione, la Pasqua e il ciclico rinnovamento
della natura nella stagione primaverile. Solo nella chiusa, Gregorio fornisce scarne notizie sul
martire Mamante, di cui ricorreva la memoria liturgica. Nonostante tali pecche, l’omelia si inserisce
a pieno titolo nell’attività di promozione del culto dei martiri operata dai Padri Cappadoci,
e le scelte retorico-stilistiche del Nazianzeno rientrano nella temperie culturale propria della
Seconda Sofistica.
All’articolata Introduzione seguono il testo greco dell’Orazione 44 secondo l’edizione del
Migne (PG 36, 608 A - 621 A), la traduzione italiana, un dettagliato Commento per lemmi ed
espressioni notevoli. Completano il libro le Conclusioni e la Bibliografia (Giovanni Antonio
Nigro).